La Terra delle Gravine è un luogo magnifico, che si contraddistingue per i suoi canyon spettacolari immersi in paesaggi magnifici. Un territorio caratterizzato da un continuo alternarsi tra differenti habitat, generando una incredibile biodiversità naturalistica.
In questo straordinario quadro paesaggistico, si origina un legame tra piante ed insetti che rende la Terra delle Gravine ancora più “fantastica”.
Il Lino delle Fate e la Melanargia arge, uno stretto legame tra due rarità della natura!
La farfalla Melanargia arge, infatti, ha un profondo legame con l’habitat dei prati di graminacee con presenza di Lino delle fate. La sua salvaguardia, quindi, è strettamente legata alla conservazione di questo tipo di habitat.
Melanargia arge
Elegantissima e molto rara farfalla di dimensioni medio-grandi con lunghezza dell’ala anteriore di 25–30 mm. Dorsalmente la colorazione di fondo è bianca con le ali anteriori e posteriori che presentano una coppia di macchie ocellari nere centrate di blu e nervature e disegni trasversali neri. Le antenne sono scure, così come capo, torace e addome. La femmina si distingue dal maschio per le dimensioni leggermente maggiori e disegni neri poco meno estesi.
E’ un lepidottero endemico dell’Italia centro-meridionale (diffusa esclusivamente dalla Toscana alla Calabria), con concentrazioni maggiori lungo il versante tirrenico e in Puglia. Non è facile incontrare queste farfalle. Si trovano principalmente in aree aperte alternate a macchia mediterranea e roccia affiorante. In sostanza, possiamo affermare che gli habitat ideali sono ambienti come le Murge e le Gravine.
Le femmine della Melanargia arge depongono le uova attaccandole singolarmente agli steli secchi di determinate graminacee, in particolare il Lino delle fate, piante di cui le larve si nutrono. Queste, infatti, dopo una lunga stasi del periodo estivo, cominciano a mangiare il Lino delle fate, fino alla trasformazione in pupa che avviene a maggio.
Il bruco è di colore verde chiaro, ricoperto da pubescenza giallastra, con una linea dorsale verde scura e laterali verde chiaro. Il periodo in cui è possibile incontrare, in volo sulle distese di Lino delle Fate, la Melanargia arge è da maggio a metà giugno.
Insetto molto raro, inserito nel “Libro Rosso delle farfalle italiane” in qualità di “Specie minacciate e in progressiva grave diminuzione per cause naturali o per fattori di origine antropica”. È specie protetta dalla Direttiva “Habitat” 92/43/CEE (Allegati II e IV) ed è inoltre elencata nell’Appendice 2 della Convezione di Berna.
La minaccia principale per la Melanargia arge è rappresentata dalla perdita dell’habitat dei prati di graminacee. Infatti, in seguito alla scomparsa dei biotopi di riproduzione, nel corso degli ultimi decenni la specie si è estinta da molte delle località occupate in passato.
Tra le cause principali di tale problematica, gli incendi dei prati innescati da pastori e agricoltori per stimolare la ricrescita dell’erba. Bruciando le erbe di terreni incolti, su cui crescono le graminacee, vengono distrutte le uova di Melanargia arge.
Una farfalla così importante ed apprezzata da esperti ed appassionati di tutto il mondo, che nel 1996 è stata ritratta su un francobollo italiano.
Lino delle fate piumoso o Stipa pennata (Stipa austroitalica)
E’ una pianta appartenente alla famiglia delle Graminacee. Diffusa esclusivamente nell’Italia meridionale (pianta endemica della Puglia, Basilicata, Calabria settentrionale e Campania orientale). L’area maggiormente caratterizzata dalla presenza del Lino della fate è l’altopiano delle Murge, dove questa pianta forma estese e spettacolari praterie.
Per la sua rarità è stata inserita nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE come “specie d’interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione”.
Il nome Stipa austroitalica deriva dal latino, stipa significa “paglia”, austroitalica si scompone in auster (vento che giunge da sud) e italica. Quindi, paglia dell’Italia meridionale.
È una pianta cespugliosa con altezza compresa tra 30 e 80 cm che tra maggio e giugno produce una infiorescenza leggera e setosa dal colore niveo-argenteo.
Nel periodo di fioritura, infatti, quando le infiorescenze ondeggiano al vento, il Lino delle fate spicca tra le piante dei prati aridi, creando scenari spettacolari.
Lo stelo, le infiorescenze e le sottili foglie, sono facilmente trasportabili dal vento, favorendo la disseminazione delle cariossidi (il frutto e seme della pianta). Lo stelo con la sua forma simile ad una spirale, infatti, ruota nel vento fino a raggiungere il suolo permettendo alla punta della cariosside di penetrare nel terreno.